Munari - Est-West

Quello che vedo sono momenti fugaci che si manifestano prima nella mia mente e poi nelle fotografie che cerco per strada. Non cerco di documentare, non mi interessa e non sono obiettiva. Credo di provare una specie di rifiuto per ciò che è reale e inseguo prove fisiche che manifestino questa mia percezione. Tutto accade dentro di me, parlo da sola. Incrocio le vite di persone che incarnano la mia idea di fugacità. Probabilmente niente di incantevole, piuttosto indefinito e profondo, come uno sguardo negato.

Spesso si respinge l’esistenza di qualcosa di non comune che però vive benissimo nell’immaginazione umana. Le cose si insinuano da altri mondi possibili, ci riempiono di spruzzi freddi e la nostra comprensione si adatta a riceverli. Ecco, io sono in costante attesa di questi schizzi che mi risveglino perché percepisco la realtà come meno importante dell’immaginazione, troppo definitiva e definita. Una sorta di controcanto, una voce sottoposta a quella principale, un brusio di fondo con il quale cerco di connettermi. Troppo seria questa descrizione di Be the bee body be boom, Est-West?

Riassumo: più di tutto amo lasciare piccole tracce, mi diverto a ricevere schiocchi di vita e di morte, questo sono le fotografie.
Punto.
Sara Munari

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